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Una mosaicista diversa e i "frutti del viaggio ad Indicatore"

  • Immagine del redattore: Andreina
    Andreina
  • 8 ott 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 3 set 2020



A novembre 2016 è arrivata al mosaico una mosaicista del nord Italia molto timida e brava, ma anche così modesta che non vuole neanche che pronunci il suo nome, quindi la chiamerò la Donna del Mistero. Quando è arrivata era molto agitata e per questo non smetteva di ridere, e noi non capivamo il perché. Andiamo a prenderla con la macchina mosaico di Luigi Zampini e al ritorno alla chiesa abbiamo pranzato e dopo due minuti si è messa subito al lavoro, direi in modo impetuoso con le pinze alla mano. Non riuscivo a starle dietro, sfornava una metopa dietro l’altra. Alla fine, è riuscita a realizzare tante strisce in mosaico descritte con piccoli uomini, che rappresentano i particolari dell’Esodo e che verranno posizionati sul muro della navata destra della chiesa. Era sempre sorridente e attivissima, la mattina era la prima ad alzarsi, era disponibile e gentile e secondo lei doveva ripagarci per l’ospitalità. Noi non capivamo, siamo abituati ad ospitare molte persone e la loro presenza è sufficiente a renderci felici, il sacrificio è reciproco, per venire qui lasciano le loro case, a volte il lavoro, fanno viaggi lunghissimi per conoscerci e donare il loro tempo in prestazione d’opera al mosaico.


Questa donna era un po’ diversa dagli artisti che normalmente ospitiamo, aveva tutta una serie di reticenze, che ha dovuto ben presto abbandonare durante il suo soggiorno da noi. Ha partecipato a tutte le nostre attività compresa l’accoglienza dei ragazzi diversamente abili, li ha aiutati con la realizzazione di una piccola scultura in creta, ma si è rifiutata di cantare e partecipare al corso di musicoterapia del nostro maestro Massimo Nasorri. In quanto nostra ospite, il sabato sera ho pensato di mostrarle la nostra città e mentre camminavamo abbiamo incontrato Heidi, una vecchia amica che va in giro con un cappello di paglia e un uccello finto sulla spalla, questo è stato un altro elemento di discontinuità nel suo universo. È anche allergica ai gatti, ma ha convissuto con Borja Blanco Cochon, Don Santi e tre gatti, che si azzuffano tutto il tempo, che lasciano peli ovunque, che saltano impazziti per giocare, che si accovacciano sul divano e che scorrazzano sul tavolo all’insaputa di tutti, insomma dei gatti molto vivaci. Anche dormire con due uomini in casa le creava dei problemi, sebbene uno dei due fosse un sacerdote. Solo alla fine del suo soggiorno ho capito quanto aveva sopportato con eleganza e molta educazione e che avevano trasformato questa sua esperienza in un’avventura indimenticabile. Poi una mattina ricevo questo messaggio:

Come rimpiango i tuoi esageratissimi "BRAVA", "BRAVISSIMA", "BELLISSIMO"...bei tempi!

Vabbè, basta con la negatività, ora ti racconto una cosa positiva: ho iniziato a fare un percorso di formazione per diventare volontaria in una cooperativa di minori in affido. Non sono sicura di essere in grado di rapportarmi con bambini con problemi di affettività...non è una cosa semplice. Intanto inizio a fare qualcosa in modo marginale, poi vedremo. Vedi,cara Andreina??? Il viaggio ad Indicatore e il tuo esempio sta portando dei frutti!

Ciao Andreina, a presto.


Io mi sono messa a piangere! È bello alzarsi sapendo che qualcuno ti vuole bene, quando gliel’ho chiesto mi ha sorriso senza rispondermi, ma io so che è un sì. È andata via lasciando bei pensieri, divertimento e tanta ingenuità di una brava mosaicista che non si sente un’artista ma un’esecutrice, ma che ci ha confidato malizie lavorative e segreti professionali con la generosità di chi è sicuro di ciò che sta facendo. Quando vi dico che il mio mosaico umano mi ha aperto una finestra al mondo, dove l’aria che entra è sempre fresca, dove il sole scalda le pareti e i colori sono magnifici e splendenti, dovete credermi, questo mi è stato riservato di goderne e sempre con un cuore aperto.


MACCHINA MOSAICO- quando mi è stata commissionata la macchina mosaico dall’amico Luigi, mi sono emozionata, questo mi ha portato indietro nel tempo, perchè la mia prima macchina una Due Cavalli della Citroen con il tettino azzurro l’avevo dipinta simulando le fratture di uno specchio rotto. Non vi consiglio se non siete avvezzi a pennello e diluenti di intraprendere una simile impresa, ma con un po di pazienza, volontà e un buon corso di disegno ce la farete! La superficie della macchina va sgrassata bene con detergenti e ammoniaca, ripassatela più volte con la spugna , cercate di eliminare le incrostazioni del catrame e olii che si depositano sulla carrozzeria durante le giornate di pioggia, gocce di resina di pino e altro, sciacquate con abbondante acqua e con la pelle asciugate perfettamente la superficie. Con un pennarello ad alcool tracciate il disegno sulla parte di superficie su cui volete intervenire, poi con degli smalti alla nitro acquistabili in negozi specializzati di vernici, mettetene piccole quantità in dei barattoli e aggiungete del diluente alla nitro antinebbia, deve avere una densità giusta che non permetta al colore di colare o al pennello di impuntarsi perché è una vernice molto densa. La verniciatura deve avvenire in un luogo chiuso, così durante l’essicazione anche se veloce non si attaccherà il pulviscolo presente nell’aria, quindi posizionate dei cartoni a terra non spazzate, non aprite finestre e porte, vi consiglio un impianto di aerazione o una mascherina perché il colore è tossico e dall’odore acre. Dopo aver tracciato il disegno passate alla coloritura delle campiture, non fate mai campiture ampie perché il pennello da usare anche se morbido perché sintetico lascerà traccia e spessore del colore. Dopo aver terminato la coloritura portate la vostra macchina dal carrozziere che provvederà a spruzzarla con una vernice bicomponente all’acqua trasparente di protezione. Poi orgogliosi e fieri come il mio Luigino iniziate a girare il mondo!

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